Nel tentativo di minimizzare l’attrito con l’acqua durante le navigazioni a vela, la moderna tecnologia ci ha messo a disposizione eliche molto sofisticate a pale abbattibili, orientabili, passo variabile, e chi più ne ha più ne metta.
Se la vostra imbarcazione monta una max-prop, una j-prop o altre eliche simili, allora potete evitare di leggere questo articolo.
Ma se anche voi, come me, montate la classica bipala o tripala fissa, allora vi sarete certamente chiesti se navigando a vela sia meglio tenere la marcia inserita (e quindi l’elica ferma), oppure in folle, consentendo in quest’ultimo caso all’elica di ruotare liberamente sull’asse.
Quale di queste due situazioni generano un minor attrito sull’acqua? Elica ferma oppure elica in rotazione?
E’ convinzione comune che sia meglio mantenere l’elica in rotazione, poiché il movimento di “avvitamento” di questa nell’acqua servirebbe proprio a ridurre la resistenza all’avanzamento.
In effetti è vero l’esatto contrario.
Lo sapete che un elicottero può tranquillamente atterrare senza danni anche a motore spento? Vi garantisco che è proprio vero. A patto, però, che il rotore possa continuare a girare sotto l’effetto della corrente d’aria sviluppata per effetto della discesa verticale. Se il rotore (=elica) fosse bloccato, l’elicottero cadrebbe come un sasso.
E’ proprio l’effetto di autorotazione dell’elica che rallenta la discesa, sviluppando una forza che si oppone a quella di gravità.
Ciò che vale per l’elicottero vale naturalmente anche per la nostra barca a vela: sempre di eliche e di fluidi si tratta, e le leggi fisiche cui obbediscono sono le stesse!
Quindi ricordatevi: sempre meglio bloccare l’elica inserendo la marcia. Oltretutto si risparmiano gli ingranaggi della trasmissione
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