Sono tutti gennaker, però..

18 gennaio 2015 - autore

…bisogna farli volare!

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Dell’importanza di avere una bella vela di prua leggera e di ampia superficie avevo già parlato in alcuni post precedenti.

Una vela di questo tipo può salvarci la crociera estiva, permettendo di effettuare navigazioni a vela veloci e piacevoli anche con la tipica brezza termica forza 2-3 che caratterizza la maggior parte delle giornate estive mediterranee. Questo è specialmente vero sulle barche performanti (cosiddette “crociera veloce” ) ad armo frazionato, in cui la randa è la vela principale ed il fiocco di solito è a bassa ricopertura (max 110%, se non addirittura fiocco autovirante) proprio per non penalizzare la prestazione della randa.

Solitamente ci riferiamo ad una vela di questo tipo con il termine “gennaker”, ma in realtà i cosiddetti gennaker si differenziano tra di loro per il taglio e il rapporto tra la lunghezza della cosiddetta “spalla” (a metà altezza della vela, detta anche AMG) e quella della base (ASF). Rapporti differenti danno vita a vele con prestazioni e range di utilizzo differenti tra di loro, che prendono il nome di spi asimmetrico, gennaker o drifter/reacher (G zero in versione “rivista” ).

Taglio spi asimmetrico - gennaker e g0 Man mano che il rapporto AMG/ASF aumenta (cioè aumenta la larghezza a metà altezza), la vela diventa sempre più panciuta (grassa) e quindi sempre più orientata alle andature portanti a discapito delle andature strette.

In concreto, si parla di spi asimmetrico quando AMG è intorno al 90-95% di ASF, Gennaker con rapporto AMG/ASF intorno al 75%, e G0 (G zero) quando questo rapporto è inferiore al 65%.

Nella foto qui a fianco (cliccare sulla foto per ingrandirla) sono rappresentati con colori diversi i profili di queste tre vele

Sul sito della North Sails si parla anche del G0 come una evoluzione “crocieristica” del Code 0.

Se il G0 viene armato su un avvolgitore dotato di caricabasso (cioè con la possibilità di regolare in altezza il punto di mura ingrassando o smagrendo la vela) questa vela riesce ad avere un range di utilizzo davvero ampio, passando dai 40 gradi AWA (angolo di vento apparente) con caricabasso cazzato, fino ai 150 gradi AWA con caricabasso lasco in modo che la vela sia lasciata “volare” e risenta meno dell’influenza negativa della randa

Nel video qui sotto si può notare molto chiaramente come la regolazione del caricabasso agisca efficacemente sul profilo del bordo di entrata della vela, modificandone la curvatura. (l’articolo prosegue sotto al video)

 

 

Una vela come il G zero, realizzata in laminato leggero e resistente (anche ai raggi UV), secondo me è l’ideale complemento da utilizzare su una barca ad armo frazionato con randa ad ampia superficie e fiocco autovirante, o fiocco olimpico. Quando il vento è poco il G zero lavorerà come un grosso genoa, permettendo alla barca di risalire il vento fino a 40 gradi AWA, mentre se il vento sale oltre i 10-12 nodi di apparente potremo utilizzare efficacemente il fiocco, con il vantaggio che questo potrà rimanere a riva fino a 25 nodi senza andare incontro ai problemi tipici di un genoa parzialmente avvolto (impossibilità di stringere e di appiattire la vela, con conseguente aumento dello sbandamento).

Ecco perché mi sono quasi convinto che sia ora di regalare ad Aonami un bel G zero che verrà armato sul mio Rollgen dotato di caricabasso.

Voi che ne pensate?


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