Catena per linea d’ancoraggio: sono tutte uguali?

22 novembre 2012 - autore

Controllo Catena Ancoraggio

Le catene calibrate che si utilizzano per ancorare sulle barche da diporto sono tutte uguali? E’ vero che basta scegliere la misura adatta alla nostra barca (diametro in millimetri del tondino che forma l’anello) per essere sicuri che tenga fino al carico di rottura dichiarato?

Evidentemente la risposta è NO. Non tutte le catene sono uguali e soprattutto non tutti i catenifici producono con gli stessi standard di qualità.

Io sono dell’idea che sia sempre meglio acquistare una catena prodotta da un catenificio con un’ottima reputazione, anche se dovesse essere leggermente più costosa. In commercio esistono infatti catene a basso prezzo di dubbia provenienza (per lo più realizzate in Cina), che nel migliore dei casi presentano una galvanizzazione non eseguita a regola d’arte, che quindi porterà ad una corrosione prematura.

A volte però i difetti possono essere ben più gravi ed in questi casi avremo acquistato un prodotto pericoloso, in quanto non rispetterà i carichi di lavoro e di rottura specificati.

Il video qui sotto mostra un test interessante effettuato dalla rivista Yachting Monthly, in cui vengono testate diverse catene galvanizzate, acquistate da produttori diversi. Le catene vengono sottoposte a trazione fino al loro cedimento. I risultati sono evidenti: non tutti i produttori sono ugualmente affidabili. Il test completo verrà pubblicato sul numero di gennaio 2013 della rivista. Mi sono messo un alert per non dimenticarmi di acquistarlo!

 

 

Non tutti gli acciai sono uguali

Una cosa che non tutti sanno (non lo sapeva neppure il titolare di un famoso negozio di nautica di Milano a cui mi sono rivolto lo scorso anno per acquistare uno spezzone di catena!) è che le catene possono essere prodotte con acciai differenti, che seguono procedimenti termici diversi e quindi sono più o meno resistenti alla trazione.

Commercialmente si parla di “grado” (grade in inglese) o “classe” della catena.

Per la nautica vengono normalmente commercializzate catene di classe 30 o classe 40, ma con una spesa poco più alta si può acquistare una catena di classe 70, che ha una robustezza molto maggiore, ma peso uguale.

Per fare un esempio: una catena da 8 mm di grado 40 ha un carico di lavoro di circa 1.000 kg ed un carico di rottura di 4.000 kg e pesa 1,4 Kg al metro.

La stessa catena da 8 mm pesa sempre 1,4 Kg al metro, ma ha un carico di lavoro di 1.400 kg ed un carico di rottura di 7.000 kg. Cioè quasi come una catena da 10 mm di grado 30 o 40

Avete capito il vantaggio? Invece di aumentare il peso a prua e cambiare il barbotin del salpancora, se volete aumentare l’affidabilità della vostra linea d’ancoraggio potete semplicemente sostituire la catena esistente con una a grado più elevato Wink

Se siete davvero curiosi, potete scaricare il documento pdf della NACM (National Association of Chain Manufacturers) che definisce le caratteristiche delle catene nei vari gradi.


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Comments

Ho letto con interesse l'articolo sulle catene e confesso che anch'io non conoscevo la tabella pubblicata ma non sono d'accordo sul ragionamento conseguente e cioè che una catena da 8 mm grado 70 sia equivalente a una da 10 grado 40 con il vantaggio di portare meno peso a prua.
Lo scopo della catena dell'ancora è principalmente quello di fare lavorare l'ancora in condizioni ottimali, ammortizzare gli strappi sempre attraverso il suo peso e non consumarsi sfregando sul fondo.
Io non cambierei mai la mia vecchia catena da 10 di grado sconosciuto per una da otto di grado 70 perché a me interessa proprio il peso.
Un'ultima considerazione: che senso ha sottoporre le catene a un test di rottura sotto trazione, la catena in barca non si rompe mai salvo che sia corrosa o palesemente sottodimensionata, le due catene che uso per l'ormeggio di poppa in banchina hanno resistito a strappi violentissimi e pur essendo corte non si sono mai neanche deformate.

Segantini Bruno   novembre 22. 2012 20:44

Ok ok il grado è importante, famosa è la Aqua 7 di un noto catenificio lombardo, 7 sta per 70 kg a mm quadrato di resistenza a trazione contro i 40 kg a mm quadrato della catena tradizionale. Ma c'è un bel ma......certamente meglio abbondare, ma a cosa serve tutta quella resistenza. Facciamo 2 conti. Una careno dell'Otto ha un area di trazione di circa 50 mm quadri. Vale a dire per una catena grado 7, 70x50= 3500 kg di carico di rottura e diciamo 2000 di carico di lavoro. Sai a che trazione é sottoposta una barca di 10 metri con 60 nodi di vento: 1500 kg. Stesso conto per una normalissima grado 4 porta ad un carico di lavoro di 1400 kg
Ti piace forse l'idea di stare all'ancora con più di 60 nodi?

Roberto Signorini   novembre 23. 2012 08:51

Se non ho capito male Roberto fa il ragionamento opposto, ed è evidente nella sua penultima frase, nel caso ci si senta poco sicuri con una misura di tondino (e si sia intenzionati ad acquistarne una maggiore), invece di aumentare la stessa aggiungendo peso a prua e di conseguenza aumentare il fastidioso beccheggio in navigazione, si può salire di "classe" lasciando tutto invariato, così i carichi di rottura salgono senza "penalizzare" la barca.
Io dico che più ci sono margini di sicurezza e più sto tranquillo, e se posso farlo a parità di peso ancora meglio.
Buon vento..

Paolo   novembre 23. 2012 10:08

Roberto, tu stai facendo un caso particolare, cioè fai riferimento ad una barca di 10 metri e dici che una catena del 8 di grado 70 sarebbe sovradimensionata. Ma che vuol dire? La stessa catena potrebbe essere correttamente dimensionata per una barca di 12 o 14 metri, che potrebbe utilizzare una catena da 8 invece di una da 10 mm, no?
E poi scusa, ma certo che non godo a stare all'ancora con 60 nodi, ma se mi ci dovessi trovare mio malgrado? Il fatto di pagare tutti gli anni l'assicurazione contro il furto dell'auto non vuol dire che pensi che te la ruberanno, no? Smile
Io in barca preferisco sempre essere pronto, piuttosto che dover dire dopo "accidenti, se solo ci avessi pensato prima..."
Un saluto

Roberto Minoia   novembre 23. 2012 10:46

Bruno, è vero che il peso del calumo conta, ma secondo me non così tanto.
Avere catena molto pesante serviva soprattutto negli anni passati, quando le ancore non erano progettate come quelle moderne. Ora conta di più avere una buona ancora e magari avere una linea mista catena/tessile, in modo da ammortizzare i picchi di trazione. Se ti va, leggi il post che ho pubblicato qualche tempo fa: ancorare con vento forte.
Ciao

Roberto Minoia   novembre 23. 2012 10:53
Roberto Minoia   novembre 23. 2012 10:58

Hehehehe....ho sollevato un vespaio, come pensavo.
Solo un paio di riflessioni:
1- il peso della catena è molto importante per ammortizzare gli strattoni che la barca subisce stando all'ancora con vento...quindi non è una cosa del tutto negativa...le barche serie cercano di spostare il gavone della catena il più possibile indietro
2- voi con sessanta nodi stareste in rada con una sola ancora? Io giá a 30 avrei dato la seconda con una catena identica alla prima......chiaro che con due catene gli sforzi si distribuiscono

Roberto Signorini   dicembre 5. 2012 15:59

Ciao Roberto,
sono d'accordo sul raddoppio della linea d'ancoraggio, ed infatti ne ho scritto anche in passato:
blog.veleggiando.it/.../...are-o-appennellare.aspx

Roberto Minoia   dicembre 5. 2012 16:04

riporto:
La soluzione migliore è aumentare il rapporto calumo/fondo
Alla fine sembra che la cosa fondamentale da fare quando il vento soffia forte è di dare tanta cima e/o catena, fino ad arrivare ad un rapporto tra lunghezza del calumo e profondità di almeno 8:1 Sembra infatti che passare da 5:1 a 8:1 abbia l’effetto di raddoppiare quasi la tenuta dell’ancora.
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E' a questo che servono le catene grado 70: consentono di avere a bordo sino al 40% in più di calumo a parità di peso e volume. La curva di distribuzione degli sforzi migliora e la catena si avvicina al fondo anche se ha meno massa a parità di lunghezza.
La quantità di massa totale sotto pelo acqua aumenta in questo modo ed anche il fenomeno dell'ondeggiamento diminuisce con il calumo più lungo.
Aqua7 non è nata per avere carichi maggiori (non utilizzati) ma per fornire
ad esempio questo vantaggio.

firmato : l'inventore di aqua 7

corrado maggi   febbraio 14. 2020 17:08

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