Natale: Un pensiero in controtendenza

23 dicembre 2008 - autore

Lo so che non c'entra niente con la vela, né col mare, le vacanze, eccetera.

Ma mi sembra doveroso, oggi che siamo vicini al Natale, fermarci un secondo a riflettere.

Vorrei invitarvi a pensare che al mondo c'è anche gente che sta male, che lotta tutti i giorni contro la povertà, la fame, le malattie e le guerre.

Mi piacerebbe farlo proponendovi il testo di una canzone di Jackson Browne. E' una vecchia canzone che condanna le guerre ed i politici che le sostengono e le promuovono in nome della libertà e della democrazia, nascondendo le vere motivazioni di ordine economico.

E' stata scritta molti, molti anni fa, ben prima dell'era Bush, ma come vedete il mondo non cambia mai.

 

Lives in the Balance (Vite in bilico)


I've been waiting for something to happen
For a week or a month or a year
With the blood in the ink of the headlines
And the sound of the crowd in my ear
You might ask what it takes to remember
When you know that you've seen it before
Where a government lies to a people
And a country is drifting to war

And there's a shadow on the faces
Of the men who send the guns
To the wars that are fought in places
Where their business interest runs

On the radio talk shows and the T.V.
You hear one thing again and again
How the U.S.A. stands for freedom
And we come to the aid of a friend

But who are the ones that we call our friends
These governments killing their own?
Or the people who finally can't take any more
And they pick up a gun or a brick or a stone


There are lives in the balance
There are people under fire
There are children at the cannons
And there is blood on the wire

There's a shadow on the faces
Of the men who fan the flames
Of the wars that are fought in places
We can't even say the names

They sell us the President the same way
They sell us our clothes and our cars
They sell us every thing from youth to religion
The same time they sell us our wars
I want to know who the men in the shadows are
I want to hear somebody asking them why
They can be counted on to tell us who our enemies are
But they're never the ones to fight or to die


And there are lives in the balance
There are people under fire
There are children at the cannons
And there is blood on the wire

 

Traduzione

(liberamente tradotta da Roberto Minoia)

Sto aspettando che cambi qualcosa
da una settimana, un mese o un anno
vedo il sangue nell'inchiostro dei titoli dei giornali
e sento il rumore della folla nelle orecchie.
Potresti chiederti cosa ci vuole a ricordare
quando sai che sono tutte cose già viste:
Un governo che mente al suo popolo
ed un Paese sconvolto dalla guerra

C'è un'ombra sulle facce
degli uomini che inviano armi
per combattere guerre in posti
dove ruotano i loro interessi economici

Nei talk show alla TV e alla radio
ti senti ripetere sempre la stessa cosa:
che gli USA sono per la libertà
e che intervengono per aiutare gli amici
Ma chi sono questi che chiamiamo amici?
Questi governi che si uccidono da soli?
Oppure le popolazioni che alla fine non ce la fanno più
e prendono un fucile, un mattone o una pietra

Ci sono vite in bilico
Ci sono persone sotto il fuoco
Ci sono bambini ai cannoni
E c'è sangue che scorre

C'è un'ombra sulle facce
degli uomini che hanno acceso la miccia
di guerre che vengono combattute
in posti di cui non sappiamo nemmeno pronunciare il nome

Ci vendono il Presidente nello stesso modo
in cui ci vendono vestiti ed automobili
Ci vendono qualsiasi cosa, dalla gioventù alla religione
nello stesso modo in cui ci vendono le guerre
Voglio sapere chi sono questi uomini nell'ombra
Voglio che qualcuno gli chieda perché
Sono sempre loro a dirci chi sono i nostri nemici
ma non sono mai quelli che combattono o muoiono
 


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