E’ giunto il momento di raccontarvi le mie impressioni dopo avere utilizzato per qualche uscita la mia nuova vela.
Come alcuni di voi già sapranno, si tratta di un code 0. O forse un drifter, non so esattamente la differenza tra queste due vele. Da quanto ho capito sono molto simili.
Si tratta comunque di una vela in nylon da 65 grammi/mq, con taglio triradiale e più magra rispetto ad un gennaker.
Si avvolge su un immagazzinatore (detto anche frullino – nell’immagine qui sotto potete vederne un particolare) che rende l’inferitura autoportante ed è molto comodo da utilizzare, in quanto rende l’utilizzo della vela molto semplice anche con equipaggio ridotto ed inesperto. L'immagazzinatore è murato su un piccolo bompresso. Qui potete vedere come è stato realizzato.
Proprio in virtù del suo taglio e del fatto di essere praticamente una vela strallata, risulta all’atto pratico una vela molto versatile, in quanto può essere utilizzata con angoli al vento compresi tra 60 e 130 gradi. Oltre i 120 gradi è meglio tangonarla, oppure ammainare la randa in modo da non sventarla.
Riesce a stringere il vento anche fino a 45-50 gradi, anche se a queste andature non rende come dovrebbe ed inoltre rifiuta molto sulla randa, che quindi perde in efficienza perché deve essere cazzata troppo per non farla fileggiare. Proprio per questo motivo, ho constatato che nelle andature molto strette è meglio evitare di cazzare troppo il code zero. Non cercate quindi di metterlo a segno in modo che i tell tails siano perfettamente orizzontali. Lasciandolo più lasco, infatti, si guadagna in velocità, anche se il bordo d’attacco fileggia un po’.
L’ho usata con venti apparenti fino a 15 nodi con molta soddisfazione, ma è proprio quando il vento reale è sui 4-8 nodi che la differenza tra l’averla e il non averla si fa maggiormente sentire.
La mia sensazione è che in questo range di vento questa vela mi faccia guadagnare da mezzo nodo fino ad almeno un nodo di velocità rispetto all’accoppiata randa+genoa. Questo è particolarmente vero con angoli al vento compresi tra 80 e 110 gradi.
E’ proprio in questa situazione infatti che la vela ha il maggior rendimento. In queste andature l’incremento di velocità riesce a creare un discreto vento apparente.
Con 6 nodi di reale (circa 8 di apparente) e mare calmo, la mia barca riesce a raggiungere una velocità di 4.5 nodi, cosa impensabile con randa e genoa.
In sintesi, è una vela che ti salva la vacanza. Sì, perché in estate è facile trovare brezzoline da forza 2, e se riesci a fare 4 nodi, magari finisce anche che invece di accendere il motore ti godi la veleggiata, no?
Se solo l’avessi scoperta prima…