Domenica 24 agosto 2008
Ore 0:50
Non riesco a prendere sonno: il vento è rinforzato a 30-35 nodi e la cima che ho attaccato alla catena dell'ancora per non sforzare il salpancore fa un rumore pazzesco quando si tende sotto raffica e sfrega sul passacavi e attorno alla bitta a cui è fissata.
Vado a bagnarla, per vedere se il rumore diminuisce, ma niente da fare. Sono appena tornato nella cuccetta a prua, non passano neanche dieci minuti quando vedo la Tita che si alza improvvisamente, apre il passauomo, dà una veloce occhiata in giro e poi urla "ROBY ALZATI, PRESTO! SIAMO A RIVA! SBRIGATIII!!!". E si precipita di corsa verso il pozzetto.
Io ho solo il tempo di pensare "ma cosa dice? E' impossibile", ma non ci penso due volte e corro anche io in pozzetto. Sento una scarica di adrenalina che si immette nel sangue, pesto la testa contro il tambuccio mentre continuo ad urlarle "MA COSA DICI? NON E' POSSIBILE!"
Non appena arrivo in pozzetto posso constatare che fortunatamente siamo ancora ben fermi e lungi dall'arrivare in spiaggia.
Chissà cos'è successo? Forse un sogno? Forse solo un eccesso di stress? Mah, non vi saprei dire. So solo che mi sono spaventato, e non poco. Non l'ho mai vista così stressata.
Torniamo a letto e finalmente di lì a poco ci addormentiamo cotti.
La mattina dopo il vento ha mollato un po' e riesco a convincerla che forse è meglio cercare di raggiungere un porto, perché così non si può andare avanti.
Dopo una sapiente opera di convincimento accetta la proposta, con la promessa da parte mia di tornare subito indietro non appena si dovesse rivelare troppo dura proseguire. La destinazione: Cala Gavetta, alla Maddalena, oppure Poltu Quatu, che è più vicino.
Salpiamo l'ancora e apriamo soltanto un pezzo di fiocco. La superficie è circa quella di una trinchetta. Uscendo dal golfo scivoliamo sul mare piatto col vento al traverso. Velocità 6 nodi.
All'uscita del golfo dobbiamo pian piano orzare per dirigerci verso il Passo delle Bisce. La barca si piega ma procede ancora di buon passo, finchè non sono costretto ad arrotolare tutto il fiocco perché siamo contro vento.
A motore è tutta un'altra cosa: la barca fa fatica a procedere contro il mare che diventa via via sempre più grosso e ripido. Nel passo delle bisce abbiamo 25 nodi reali contro, mare con onda ripida e corrente contraria di un nodo.
Morale: procediamo a 2 nodi, 2 nodi e mezzo, con la barca che sbatte sulle onde e rallenta ad ogni colpo che prende. Il motore a 2500 giri (non lo tengo mai a questi regimi) non può far nulla contro il mare. Il vero motore di una barca a vela sono... le vele!
Lo sapevo che dovevo sbattermene delle lamentele. Avrei dovuto issare la randa. Anche con due mani, fa niente, ma almeno sarebbe bastato poggiare di 10 o 20 gradi per farla portare quel tanto che bastava a fare 4 o 5 nodi.
Invece col fiocco non si riesce a fare altrettanto, ed ora ero lì che speravo che il motore non mi lasciasse in panne, visto che altrimenti sarei certamente finito contro gli scogli!
Appena uscio dal Passo mi dirigo verso il largo, per avere un margine di manovra in caso di imprevisti. Il mare diventa più duro, anche se siamo ancora parzialmente coperti dalla costa della Sardegna. Chissà come dev'essere fuori!
Dopo poche miglia mi dirigo perpendicolarmente verso l'entrata del fiordo del Marina di Poltu Quatu e, quando sono a mezzo miglio dall'entrata, faccio chiamare la capitaneria sul canale 9.
Per fortuna c'è posto. Appena entrato nel fiordo il mondo cambia in meglio: qui arriva solo qualche piccola raffica, altrimenti il porto è ottimamente protetto dalle alture circostanti. Mi affianca il gommone della Capitaneria e gli chiedo di sostenermi la prua in caso di ormeggio di poppa.
Quando arrivo nei pressi del posto assegnatomi preferisco non rischiare e ormeggio di prua, visto che la mia elica sinistrorsa non mi avrebbe agevolato nella manovra di poppa.
Appena il tempo di fissare le cime e... noto che sul volto di Tita è tornato il sorriso.
Ho poco da stare allegro, visto che qualche minuto dopo mi arriva la salassata: 126 euro per una notte. 126 euro per una trentina di metri quadrati di mare!
A Bonifacio ne abbiamo pagati 29. A Bonifacio, che è tutto un altro porto: molto meglio di questa roba finta, artificiale, costruita dal niente per i ricchi della Costa Smeralda. Ma anche a Saint Tropez, cosa credete che si spenda in agosto per una notte? 40 euro, non di più.
Io non riesco davvero a capire perché ci siano queste differenze di prezzi tra i porti francesi e quelli italiani (per lo meno quelli della Sardegna). Siamo forse più scemi? Ditemi voi.
A presto
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