Finalmente ho trovato un po’ di tempo per scrivere della mia nuova barca.
E’ un Dehler 41CR varato nel 2006. Il suo nome è Ao-Nami, che in giapponese significa “onda blu”.
Si tratta del penultimo esemplare di questo modello costruito dal cantiere tedesco. E’ stato consegnato al suo primo proprietario nel maggio del 2006 ed è giunto a me lo scorso mese di marzo in condizioni impeccabili.
La strada che mi ha portato a scegliere questa barca è stata molto razionale. Ho valutato molti altri modelli prima, ma alla fine mi sono convinto che il Dehler 41 CR era la barca che faceva al caso mio.
Le caratteristiche che cercavo erano le seguenti:
- Costruzione solida, scafo robusto
- Spiccate qualità marine: buona tenuta del mare anche in condizioni meteo impegnative
- Facilità di conduzione anche in equipaggio ridotto e/o familiare. Eventualmente anche in solitario
- Buone prestazioni veliche anche con venti deboli, ma senza rinunciare alla sicurezza in condizioni meteo più impegnative
- Finiture di buon livello: volevo una barca ben curata nei particolari e destinata a durare nel tempo (a me piace trattarla bene).
Vi risparmio quante altre barche ho preso in considerazione. Dai cantieri nordici più blasonati, fino ai Wauquiez francesi, passando per X-Yachts, Grand Soleil degli anni 80, ecc. ecc.
I Dehler non li avevo nemmeno considerati inizialmente. Forse perché ho sempre avuto un’immagine particolare di questo cantiere. Lo consideravo come un cantiere che produceva sì barche solide, ma non proprio ben curate negli interni… Insomma barche pratiche, ma un po’ spartane. Non certo consone al nostro gusto italiano e forse apprezzate maggiormente da chi cerca prestazioni piuttosto che confort a bordo.
Ed invece ho scoperto che il 41CR era un po’ un modello che usciva da questi canoni.
Le linee dello scafo sono molto classiche. La poppa non è larga come nei progetti più moderni e questo, pur limitando i volumi a poppa (pozzetto e cabine), a me personalmente piace, perché conferisce alla barca un aspetto più proporzionato (ma questa è solo una questione di gusti personali)
I cinque punti fondamentali elencati sopra sono tutti quanti rispettati:
E’ una barca solida, costruita secondo le tecniche classiche del cantiere tedesco: resinatura a mano, con rinforzi in kevlar nei punti a rischio di collisione e assenza di controstampo strutturale (i rinforzi sono resinati e fazzolettati direttamente allo scafo durante la stesura dei teli). Inoltre la coperta viene anch’essa resinata direttamente allo scafo. Questa è una caratteristica di tutti i Dehler: non si tratta di un semplice incollaggio ma anche in questo caso di fazzolettatura, che garantisce una perfetta tenuta e contribuisce alla rigidità dello scafo. Inoltre a prua è presente una paratia stagna anticollisione, caratteristica che aumenta la sicurezza e che raramente si trova su barche di questa misura. L’opera viva è in solid, mentre opera morta e coperta sono in sandwich di balsa, per contenere il dislocamento e migliorare l’isolamento e la coibentazione. Anche il fatto di avere l’opera viva in solid mi piace: mi dà un maggior senso di sicurezza e robustezza.
Le doti di marinità delle barche costruite da Dehler sono ben note. Per sincerarmene di persona ho contattato e rotto le scatole a diversi proprietari di questo modello, incluse un paio di persone che stanno facendo il giro del mondo (scovate dopo attenta ricerca in internet). Ho chiesto pregi e difetti e le risposte sono state tutte positive.
Il dislocamento non è leggerissimo (9 tonnellate), ma questo per me è un punto a favore. Il rapporto zavorra/dislocamento è del 33% e la coppia raddrizzante è notevole, visto che la maggior parte del peso della zavorra (3 tonnellate) è collocato nel bulbo in piombo, a 2 metri sotto la superficie, garantendo un baricentro molto basso.
Questa caratteristica di elevata stabilità di peso, consente di avere una superficie velica di entità davvero notevole. L’albero è alto 20,5 metri e la superficie della sola randa è di ben 54 mq.
Queste caratteristiche, oltre alla garanzia dei progettisti Judel e Vrolijk (dalla loro penna sono uscite le carene di alcuni velocissimi Baltic Yachts) conferiscono alla barca delle eccellenti prestazioni sotto vela, pur restando nell’ambito della facile gestibilità e sicurezza.
E qui veniamo alla diposizione delle manovre. Come molti altri progetti Dehler, anche il 41 CR è stato pensato per essere una barca semplice in manovra. L’armo è un 7/8. La randa è il vero motore, con una superficie davvero importante di 54 mq. A prua è armato un fiocco autovirante su rollafiocco. Quando viene ridotto arrotolandolo parzialmente, il punto di scotta può essere portato su un secondo carrello più verso prua, per mantenere una forma perfetta della vela nelle andature di bolina. A prua può essere armato anche un genoa 140% quando il vento è proprio debole. Il gennaker su immagazzinatore della Bamar (Rollgen) è di circa 120 mq e viene murato sul tangone in carbonio che può essere utilizzato anche come bompresso. Tutte le manovre correnti sono rinviate in pozzetto da un sistema di rinvii sottocoperta. Bello da vedere, ma secondo me è un sistema che produce un po’ troppi attriti. Escluse le scotte del genoa, tutto il resto viene regolato tramite i due winch elettrici di fianco alla ruota del timone e sono quindi a portata del timoniere. Gli altri due winch manuali, installati ai lati del pozzetto, servono solo per le scotte del genoa e del gennaker (o spi). Quando si utilizza il fiocco autovirante, quindi, il timoniere può governare la barca senza mai lasciare il timone.
Gli interni sono in ciliegio americano. La tonalità calda di questo legno e le sue venature fiammate mi piacciono davvero moltissimo. Non è troppo chiaro, ma nemmeno troppo scuro come il mogano. Anche le pareti delle tre cabine sono ricoperte da doghe in legno, conferendo un aspetto molto curato a tutto l’insieme. Nelle foto mi sembrava che il controstampo bianco su cui poggia il divano fosse un po’ troppo “plasticoso”, ma in effetti alla resa dei conti non si nota affatto. I materassi delle cabine sono tutti del tipo “anatomico”, con uno spessore di 15 cm e sono dotati nella parte inferiore di una griglia per far circolare l’aria ed evitare la formazione di condensa tra letto e materasso. Il divano del quadrato, di un tessuto blu scuro di ottima qualità, è a forma di C stondata e ospita comodamente fino ad otto persone, sedute intorno ad un tavolo ovale. La cucina ha uno sviluppo lineare di circa tre metri: quasi un record per la categoria. E’ presente un solo bagno con doccia separata. Il secondo bagno è stato trasformato in sgabuzzino ed all’interno è stato installato un secondo frigo per le bibite. Questa soluzione, che a prima vista potrebbe risultare strana e penalizzante, a dire il vero è stata una scelta molto intelligente, poiché aumenta considerevolmente lo spazio per lo stivaggio a bordo e non toglie nulla al confort (a cosa servono due bagni su una barca di 12 metri, se non è adibita al charter?)
Per quanto riguarda lo stivaggio, oltre al classico gavone sotto la panca in pozzetto, ad altri due piccoli ma molto profondi ai lati della schiena d’asino e ad altri due piccoli ai lati della plancetta di poppa, è presente anche una vera e propria cala vele a prua, anche questa comodissima per stivare il gennaker, i parabordi e le cime d’ormeggio, così come taniche per gasolio di riserva, ecc. ecc.
Il fabbisogno energetico a bordo è affidato alle due batterie al gel da 205 Ah l’una, che garantiscono una buona autonomia. Queste vengono caricate da un caricabatterie da banchina da 50A Mastervolt e dall’alternatore da 120A del Volvo 55 CV. In caso di necessità è presente a bordo anche un generatore di corrente Honda a 4 tempi da 1000W (e prossimamente anche dei pannelli fotovoltaici)
L’elettronica e la strumentazione di bordo sono veramente complete: Tutto Raymarine ST 60, incluso antenna radar, plotter cartografico e schermo multifunzione E80. Il pilota automatico è un ST 6001 dotato di giroscopio S3 ed attuatore maggiorato rispetto allo standard. Provato con mare di poppa, è veramente eccezionale e timona meglio di un essere umano (l’ho già battezzato Schumy). E’ anche presente un telecomando wireless che permette di impostare il pilota automatico e di visualizzare tutte le informazioni registrate dagli strumenti di bordo. Molto comodo!
I serbatoi d’acqua dolce sono due da 200 litri ciascuno. Considerando che ero abituato ad avere solo 150 litri, se non modificheremo i nostri consumi, con 400 litri avremo quasi un mese di autonomia!!! Ma… come se non bastasse c’è pure installato un desalinizzatore Shenker che produce 60 litri/ora di acqua dolce. Quindi la prossima estate… docce a volontà!
Non posso dire di conoscerla ancora a fondo, ma per ora sono davvero molto soddisfatto di Aonami. Il solo difettuccio che ho riscontrato per ora è la capacità del serbatoio del gasolio, che è di soli 140 litri. Considerato che il Volvo Penta da 55 CV consuma in media 3.5 – 4 litri all’ora, l’autonomia a motore non è altissima: diciamo intorno alle 36 ore. Ma questo è compensato dal fatto che la barca è performante e quindi almeno in teoria il motore si dovrebbe utilizzare di meno.
Oltre alle foto presenti in questo post, potete vederne altre che ho pubblicato su flickr.
Se volete trascorrere un fine settimana a bordo, leggete qui.
Di seguito invece, se volete, potete leggere la scheda di Aonami:
Dehler 41 CR Aonami – Progetto Judel/Vrolijk
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Scafo blu
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Coperta con antisdruciolo TBS Grigio
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Interni in ciliegio americano
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3Cabine + 1WC con maceratore elettrico + 1 Locale Ripostiglio (al posto del secondo bagno)
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Volvo 55CV con linea d’asse
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Elica Flex-O-Fold a 3 pale abbattibili
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Albero Selden maggiorato (20.5 m)
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Randa Full Batten NorthSail D-CUT
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Fiocco Autovirante 105% North Sail D_CUT
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Genoa 140% North Sail
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Gennaker su Rollgen BAMAR con circuito completo e tangone/bompresso in carbonio
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Strumentazione completa Raymarine ST60
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Radar Raymarine
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Plotter e multifunzione Raymarine E80
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Pilota Automatico ST 6001 GIROSCOPICO con S3G e attuatore T2
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Telecomando ripetitore senza fili Raymarine
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VHF ICOM 501 e ripetitore commandmic 3 in pozzetto
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Ruota timone da 120CM Lewmar
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Riscaldamento Webasto Airtop 5000 con bocchette in tutte le cabine, in dinette e nel bagno
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Stereo Radio e CD
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TV LCD con antenna Glomex ed amplificatore
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Inverter da 1000W
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Dissalatore Shenker da 60 Lt/h
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2 winch Scotte Harken da 53
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2 winch drizze e scotte Harken da 44 Elettrici
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1 Winch 32 all’albero
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Ancora Delta con 50 mt di catena INOX
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Seconda Ancora Brittany
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Salpancora Quick con telecomando
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Sprayhood
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Cuscini da esterno e tavolino teak in pozzetto
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Gruetta per motore tender
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Zattera oltre per 6 persone
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Materassi anatomici nelle cabine
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Boiler
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2 serbatori acqua da 200 lt cad
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1 serbatoio gasolio da 140lt
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2 batterie da 205 Ah al gel (oltre alla batteria motore)
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Strumentazione meteorologica
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Tendalino Blueline smontabile
- Passerella in carbonio pieghevole