Sembra assurdo, ma purtroppo è vero: negli ultimi 10 anni è tornato alla ribalta un problema che si pensava praticamente risolto da oltre un secolo.
Gli attacchi di pirateria in mare, perpetrati ai danni di navi mercantili e perfino di yacht da diporto, sono tornati ad essere un vero problema per la navigazione.
Per quanto concerne le imbarcazioni da diporto, questi attacchi spesso si risolvono semplicemente con un abbordaggio e conseguente rapina di oggetti di valore a bordo delle imbarcazioni, tuttavia non sono rari episodi di violenza che in alcuni casi sono arrivati a provocare vittime tra i crocieristi.
Chi sta facendo un giro del mondo a vela, o anche chi lo sta solo pianificando, deve ormai considerare alcune zone e alcune rotte come a rischio pirati, ed evitarle di conseguenza.
Da alcuni anni, per esempio, è sconsigliato Transitare dal Mar Rosso e Canale di Suez alle imbarcazioni che dall’Oceano Indiano vogliono entrare in Mediterraneo.
Fino a pochi anni fa le zone da evitare erano relativamente piccole e circoscritte alle coste della Somalia, Golfo di Aden e la zona di mare antistante il Venezuela. Da qualche tempo, tuttavia, i pirati si sono organizzati con barche a motore sempre più grandi e potenti, con maggior velocità ed autonomia (spesso si tratta di motoryachts rubati) ed hanno cominciato a pattugliare aree di mare molto più vaste, spingendosi nell’Oceano Indiano fino alle Maldive occidentali, e verso sud fino al Madagascar.
La superficie di oceano a rischio pirateria è ormai vastissima: si parla di poco meno di 10 milioni di chilometri quadrati, cioè un’area maggiore della superficie del continente europeo! Questa vasta area è pattugliata costantemente da una trentina di navi militari, che ovviamente sono insufficienti.
Nei primi 9 mesi del 2012 sono stati registrati ufficialmente 225 attacchi a navi e imbarcazioni (dati aggiornati al 24 settembre 2012).
Il fenomeno è costantemente monitorato e tenuto sotto controllo dalla sezione Commercial Crime Services della Internetional Chamber Of Commerce, che ha anche un account su Twitter per segnalare gli attacchi in tempo reale. Gli episodi di pirateria vengono registrati e visualizzati su una mappa.
Sono riuscito anche a scovare un documento dell’ISAF (International Sailing Federation) che sconsiglia vivamente ai velisti di navigare nelle zone pericolose e, tra le altre cose, riporta un elenco di alcuni attacchi a velisti conclusisi con l’assassinio di membri dell’equipaggio. Clicca qui per scaricare il PDF.