Mettere insieme su un unico filo tutti i dati di navigazione provenienti dalla strumentazione di bordo non è cosa semplicissima.
Solitamente, infatti, ognuno degli strumenti ha un’uscita (output) sulla quale vengono inviati i dati rilevati e un’entrata (input) per ricevere i dati da un altro strumento. L’indicatore del vento, per fare un esempio, di per sé rileva velocità e direzione del vento apparente, ma se riceve il dato della velocità dal log oppure dal GPS, potrà anche calcolare velocità e direzione del vento reale facendo gli opportuni calcoli trigonometrici.
Analogamente il pilota automatico ha bisogno di sapere la posizione e la rotta rispetto alla terra (COG) per dirigere la barca verso un waypoint impostato o lungo una rotta prestabilita.
E fin qui tutto bene. Le cose cominciano a complicarsi se oltre a doversi parlare tra di loro a due a due, gli stessi strumenti devono anche inviare i dati ad un altro utilizzatore (tipicamente un computer, un Tablet o uno Smartphone) affinché questo li possa visualizzare ed elaborare.
Lo standard utilizzato per la trasmissione dati in ambito nautico si chiama NMEA ed ha infatti un grosso limite: non prevede la “serializzazione” su un unico cavo dei dati provenienti da strumenti diversi.
Alcuni produttori hanno elaborato dei sistemi proprietari per sopperire a questa carenza del NMEA (per esempio Raymarine ha realizzato il bus SeaTalk), però questi sistemi non sono standard e quindi creano difficoltà quando devono essere utilizzati insieme ad altri di marche differenti.
Ed ecco che in questi casi viene in nostro aiuto il Multiplexer NMEA e Seatalk della ShipModul.
Questo scatolotto, detto in parole molto semplici, mette in fila (serializza) tutti dati che gli arrivano in ordine sparso dagli strumenti che sono ad esso collegati, e li rende disponibili tutti insieme ad altri utilizzatori, siano essi PC, Tablet, SmartPhone oppure altri strumenti che parlano lo stesso linguaggio NMEA.
Sulla basetta si trovano 4 input a cui possono essere collegati altrettanti strumenti. Uno di questi ingressi può anche essere utilizzato per connettere un bus SeaTalk, dal quale si riceveranno tutti i dati provenienti dagli strumenti RayMarine. Il Miniplex provvederà a tradurre i dati del SeaTalk nel “linguaggio” NMEA, che è standard, rendendoli così disponibili a tutta la nostra rete.
Il Multiplexer NMEA ShipModul, oltre a risolvere pressoché qualsiasi problema di interfacciamento tra gli strumenti di bordo, crea anche una rete senza fili (WiFi) a cui si può connettere qualsiasi dispositivo mobile, dal classico PC fino ad arrivare al cellulare,consentendo a questi ultimi di ricevere ed elaborare i dati provenienti da tutta la strumentazione, senza nessun collegamento via cavo!
Utilizzare un Tablet Android, un iPad, un PC oppure un semplice Smartphone tipo iPhone per visualizzare i dati inviati dai vari strumenti di navigazione, pianificare una rotta ed impostare il pilota automatico, diventa un’operazione alla portata di tutti.
Spesso, inoltre, l’utilizzo di un PC o un Tablet è una soluzione più economica rispetto all’acquisto di strumenti dedicati (tipo plotter o schermi multifunzione), poiché questi ultimi hanno prezzi molto alti e talvolta non giustificabili. In fin dei conti un PC portatile o un tablet ormai ce l’hanno tutti, e quindi perché non sfruttarlo anche per navigare?.
Sul mercato esistono da tempo molti ottimi programmi: da quelli più noti e blasonati (ma anche costosi), come MaxSea, fino a quelli gratuiti come OpenCPN, di cui ho scritto tempo fa sul Blog Della Vela. Ora che siamo nell’era dei tablet e degli Smartphone, si possono anche trovare ottimi programmi di navigazione per iPad e tablet Android.
Ma l’utilità del Miniplex-2wi non si esaurisce qui. Esso infatti può essere utilizzato per collegare due GPS stabilendo quale dei due deve avere priorità e programmando l’entrata in funzione del secondo soltanto in caso di rottura o di impossibilità del primo di ottenere il fixing. Una sicurezza in più, no?
Grazie alle ampie possibilità di configurazione (tramite un programma apposito), è possibile inoltre filtrare i dati in ingresso e in uscita da/verso ciascuna porta ed è perfino possibile convertire alcune “frasi NMEA” in altre. Questi sono utilizzi per così dire evoluti, ma con un po’ di fantasia e le idee chiare in testa si riescono a realizzare cose simpatiche. Per esempio, è possibile convertire il segnale di velocità inviato dal GPS in un segnale di velocità sull’acqua (quello inviato solitamente dal log), in modo tale da poter ottenere velocità e direzione del vento reale anche quando l’elichetta del log è bloccata dalle incrostazioni. Carino, vero?
In definitiva ho trovato questo prodotto interessante: ha risolto i miei problemi di interfacciamento tra lo schermo multifunzione RayMarine E80, l’AIS e il VHF DSC, che ora comunicano tra di loro alla perfezione, e inoltre mi ha aperto la strada verso l’utilizzo di un PC portatile o di un tablet per il controllo dei dati di navigazione e del pilota automatico. Sì, lo so, l’E80 RayMarine fa già tutto, ma… a me piacciono più i PC
Se volete approfondire e se avete dieci minuti del vostro tempo da buttare, guardatevi il video qui sotto.
Alla prossima