Il weekend scorso ero a Port Grimaud con degli amici conosciuti su Facebook e stavamo cazzeggiando dopo pranzo davanti ai bicchieri ancora pieni di un vinello rosé bello fresco.
Si parlava della regolazione delle vele nelle andature al lasco o poppa quando il vento soffia forte ed il mare è bello formato.
Io asserivo che in quelle condizioni sono solito utilizzare solo il fiocco, o genoa più o meno rollato. Insomma, preferisco issare soltanto la vela di prua, lasciando la randa ammainata perché in questo modo mi sento più sicuro.
Raccontavo della mia esperienza di navigazione con forte mistral da Porquerolles a Nizza: 40 nodi al lasco, con onde di 2,5-3 metri provenienti dalla stessa direzione del vento. In quella circostanza ad un certo punto, pur avendo solo un pezzettino di genoa (credo non più di 10 mq di tela), non mi sono accorto di un’onda particolarmente alta che sopraggiungeva e, non riuscendo a poggiare con sufficiente anticipo, ho straorzato girando la prua di quasi 180 gradi.
Un amico diceva che ciò non sarebbe successo se avessi avuto a riva anche la randa che, anche con due o tre mani di terzaroli, avrebbe equilibrato meglio la barca.
Io non sono d’accordo con questa affermazione, per una serie di motivi:
- La randa è una vela orziera. Questo è vero nelle andature strette, poiché sposta il centro velico a poppavia del centro di deriva, ma è ancor più vero nelle andature dal lasco alla poppa, in cui deve essere tenuta molto aperta e questo fa sì che il centro velico si sposti molto lateralmente rispetto all’asse della barca, generando una risultante di forze che tendono a farla ruotare verso il vento e di conseguenza a causare una straorzata con maggiore facilità
- Con vento dietro e mare formato il rollio della barca è molto forte. In questa situazione è facile che un’oscillazione laterale particolarmente accentuata possa mettere in acqua l’estremità del boma (varea), con delle possibili conseguenze negative (rottura del boma o della randa)
- Sempre a causa del forte rollio e della poca stabilità di rotta delle barche moderne a carena piatta a queste andature (diverso il caso per le vecchie signore a chiglia lunga), è piuttosto facile che si possa verificare una strambata involontaria, con conseguente passaggio a tutta velocità del boma e possibili danni a persone e strutture
- L’utilizzo della randa al lasco e con vento forte è comunque impegnativo e può essere addirittura pericoloso se l’equipaggio è inesperto. Avete provato a ridurre la randa al lasco con un ventaccio? Di bolina è quasi sempre possibile farlo in relativa sicurezza, ma col vento dietro non è facile come sembra! Provate ad orzare per cercare di sventare un po’ la randa e poi mi direte. E nemmeno fare una strambata è un giochetto da ragazzi quando il vento soffia a 40 nodi e oltre: se timoniere e randista non sono perfettamente coordinati si rischia di fare dei grossi danni.
Morale della favola: per quanto mi riguarda io continuerò a fare come ho sempre fatto, ammainando la randa e lasciando a riva soltanto il mio bel fiocco avvolgibile, che posso sempre ridurre in pochi secondi dal pozzetto ed in piena sicurezza.
Voi che ne pensate?
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