Regolazione delle vele - Seconda parte

12 December 2008 - autore

Nella prima parte di questo articolo abbiamo visto alcuni concetti generali sulla regolazione delle vele. Ora vediamo come ottimizzare le regolazioni a seconda dell'intensità del vento.

 

Regolare le vele con vento molto debole

Quando il vento è debole, sotto i 5-6 nodi, diventa davvero molto importante procedere ad una regolazione accurata delle vele, in quanto anche una variazione di qualche decimo di nodo di velocità può fare la differenza.

Procedendo ad andature dalla bolina al traverso, prima di tutto bisognerà prendere velocità, per "crearsi del vento apparente".

In partenza bisognerà dunque prendere un'andatura non troppo stretta, penalizzando l'angolo al vento ma favorendo il più possibile la velocità.

Dovremo quindi poggiare un po', e soprattutto regolare le vele in modo che siano "grasse", cioè panciute. Infatti come spiegato nella prima parte dell'articolo, una vela panciuta è più potente di una vela piatta, anche se stringe meno il vento.

Lascare la base della randa ed anche un po' di scotta. Anche le drizze di randa e genoa non devono essere troppo tese.

Il vang non deve essere cazzato e, se il peso del boma tiene la balumina della randa troppo tesa, può essere utile mettere leggermente in forza l'amantiglio, in modo da sollevare il boma di qualche centimetro: quel tanto che basta a svergolare un po' la balumina. Se l'andatura è molto stretta, a volte conviene addirittura scarrellare un po' il trasto della randa sopravvento (non troppo, però!).

Inoltre bisogna tenere in conto che, in queste condizioni meteo, l'intensità del vento in testa d'albero può essere considerevolmente maggiore rispetto alla parte bassa delle vele. Proprio per questo motivo dovremo tenere le vele più aperte nella loro parte alta (ricordate la regola del parallelogramma? Se il vento reale è più forte, l'apparente proverrà un po' più da dietro...)

Non appena la barca prende abbrivio, il vento apparente aumenta di intensità e il suo angolo rispetto alla nostra rotta diminuirà un po', quindi occhio al fileggiamento delle vele: probabilmente bisognerà cazzare leggermente e, se il vento lo consente, magari orzare un pochettino per risalire meglio il vento. Ma non troppo, altrimenti la velocità della barca diminuisce, e con essa anche il vento (apparente): rischieremmo di trovarci fermi di nuovo.

 

Regolazione con vento forte

Se il vento soffia forte avremo il problema di dover diminuire la potenza delle vele per evitare uno sbandamento eccessivo della barca ed assicurare quindi un buon comfort e sicurezza in navigazione.

Navigare di bolina con la barca troppo sbandata non vuol dire solo sottoporre a sforzo eccessivo la struttura (scafo, sartie, ecc.), ma spesso è penalizzante in termini di VMG (la componente vettoriale della velocità, nella direzione di provenienza del vento).

Infatti in uno scafo troppo sbandato, la deriva perde portanza e dunque lo scarroccio aumenta.

Il mio consiglio, quindi, (ricordiamoci che siamo in crociera, non in regata) è quello di ridurre la tela per tempo quando avvertiamo che il vento sta aumentando. E' più semplice togliere una mano se siamo sottoinvelati, piuttosto che darla troppo tardi, in condizioni di vento e mare impegnativi.

Fatta questa premessa, vediamo come effettuare le regolazioni.

L'obiettivo è quello di cercare di appiattire il più possibile le vele. Infatti, come abbiamo visto, una vela piatta (magra) è meno portante di una grassa.

Il vang e la base della randa andranno cazzati a ferro. Se l'andatura è di bolina larga, piuttosto che lascare la scotta è meglio scarrellare il trasto sottovento, in modo da aprire la vela mantenendo la scotta cazzata, e quindi la vela piatta.

Se è necessario aprire la randa oltre il raggio d'azione del trasto, dovremo necessariamente lascare la scotta, ma ricordiamoci di cazzare a ferro il vang, che in questo modo avrà il compito di mantenere basso il boma.

Per quanto riguarda la vela di strallo, se il vento è troppo forte bisognerà cercare di farlo scaricare nella parte alta, contribuendo in questo modo ad abbassare il centro velico e quindi diminuendo di fatto il momento sbandante.

Dovremo pertanto spostare verso poppa il punto di scotta, agendo sul carrello.

Vai alla prima parte dell'articolo

 


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