31 luglio 2013 - Ore 04:10
Partiti! Rotta 130 gradi. Sono felice e irrequieto come un bambino: dopo molti anni di traversate Costa Azzurra-Corsica non ho ancora perso l’entusiasmo della prima volta.
Usciamo dal porto, issiamo le vele e ci mettiamo in rotta. Dopo un’ora e mezza l’orizzonte a est è già tinto di rosa e… incredibile! Davanti a noi si scorgono già i monti della Corsica. E’ la prima volta che mi capita. Praticamente una navigazione a vista su un tratto di mare aperto di oltre 100 migllia.
Dopo le prime ore con un vento di intensità variabile tra 5 e 10 nodi, che ci costringe ad accendere il motore a tratti per non abbassare troppo la media, verso le 10 si stabilizza un Nordest intorno agli 8-10 nodi. Per noi è una manna dal cielo poiché l’apparente di 10-12 nodi a 60 gradi ci spinge per ore verso la meta a velocità tra i 6.5 e gli 8 nodi, aiutati anche, a dire il vero, da una corrente a favore di circa mezzo nodo. Cosa rara ma sempre molto apprezzata dal velista!
Dopo un inverno di fiocco autovirante, ieri ho riarmato di nuovo il genoa 140%, fresco di veleria dopo la sostituzione della banda anti-UV. Non mi ricordavo quanto entusiasmanti fossero le prestazioni di Aonami con questa vela. A questa andatura e con questo vento la sua velocità è di almeno 1.5 nodi maggiore rispetto all’autovirante
Ore 12:00
Mentre Ale e Bea (mio figlio e la sua ragazza) dormono in cabina e la Tita si abbronza a prua, io dal pozzetto mi godo questa giornata fantastica, cercando di memorizzare per sempre questi momenti. Inspiro profondamente l’aria tersa, dopo che la perturbazione temporalesca dell’altro ieri ha spazzato via l’umidità lasciando il posto a venti secchi settentrionali. Un’occhiata agli strumenti: in questo momento corriamo a 8.1 nodi GPS, barca inclinata di appena 10-15 gradi, mare appena increspato e delfini a pochi metri da noi. Come non essere felici? C’è altro al mondo che si possa desiderare?
Ore 13:20
Ale e Bea si affacciano finalmente in pozzetto. Che succede? Ah è vero… è l’ora di pranzo e hanno fame. Panini per tutti: oggi non si cucina. Pochi minuti dopo la fine del pasto i due tornano in cabina a dormire: dicono che così il tempo passa più velocemente. Io non capisco perché vogliano farlo passare velocemente, visto che è tutto così bello, ma contenti loro…
Ore 17:00
Mancano 26 miglia all’Ansa di Palo. Il vento è rinforzato in prossimità della costa della Corsica. Il reale è fisso a 20 nodi. Poiché mi aspettavo questa situazione, nel primo tratto ho mantenuto una rotta verso est. Ciò mi ha consentito una veloce andatura di bolina larga quando il vento era debole, ma soprattutto ora che ha rinforzato posso poggiare e tenere un’andatura al lasco, molto più confortevole e sicura. Aonami procede tranquilla, facendosi scavalcare dalle onde che crescono progressivamente fino a raggiungere un paio di metri di altezza. La velocità, nonostante il vento forte e la velatura piena (randa e genoa insieme fanno un totale di circa 100 mq), non è altissima e si attesta sui 7 nodi, poiché molta energia viene spesa per solcare le onde del mare incrociato.
Ore 19.00
Siamo quasi al largo della Scandola. Speravo che il mare si calmasse per la protezione offerta dalla punta della Revellata, ma invece non è così. Le onde più alte sono ancora notevoli e ci scuotono come in una lavatrice. Ale e Bea dormono ancora in cabina. Hanno praticamente dormito tutto il viaggio, comparendo in pozzetto soltanto per fare colazione e per pranzare
Il tonno è servito
Improvvisamente parte la prima traina e dopo poco anche la seconda. La velocità della barca è elevata e il rischio è quello di sfilare tutti i 100 metri di lenza. Decido di serrare al massiimo la frizione del mulinello, contando sulla tenuta del filo da 1 mm (38 kg). Uno dei due pesci si libera, per fortuna, così posso concentrarmi sull’altra canna. Arrotolo il genoa, ma la velocità cala solo di qualche decimo di nodo, allora orzo lentamente in modo da sventare parzialmente la randa, ma ora le grosse onde al mascone sono dannatamente fastidiose. Procediamo a circa 3 nodi e lentamente avvolgo il mulinello finché vedo il pescione a pochi metri dalla poppa. Tira ancora fortissimo verso il fondo e la canna da 50 libbre è piegata e sembra spezzarsi, ma non mollo la frizione perché non ho tempo di stare lì troppo in quelle condizioni di vento e di mare, anche perché tutto l’equipaggio si sta lamentando. Dopo qualche minuto riesco a riportarlo ancora sulla poppa. Afferro la lenza con una mano e con l’altra lo raffio e lo isso a bordo. Un bel tonno da 16 kg. Si può ripartire, questa volta con sola randa.
Ore 20:30
Siamo a 2 miglia dall’Ansa di Palo ed improvvisamente il vento cessa: da 20 nodi a 0 nel giro di 100-200 metri. Dopo un paio di minuti entra una brezza da sud di 9-10 nodi. Non ho certo voglia di fare bordi di bolina e quindi ammaino la randa e proseguo a motore per mezz’ora fino all’Ansa di Palo, dove arrivo alle 21:10. E’ già buio e ci sono molte barche, quindi mi sistemo in qualche modo. Si balla un po’ per l’onda che entra da sud. Sono stanco morto, ma devo ancora pulire e sfilettare il tonno. Alla fine dell’operazione mi concedo una doccia per il bene dell’equpaggio e subito dopo abbandono le vesti di comandannte e di pescatore, indosso il cappello da cuoco e preparo delle ottime linguine al ragù di tonno