Onda frangente

3 maggio 2011 - autore

Mappa del luogo dell'evento Sabato scorso il bollettino di Meteo France dava un avviso di burrasca su Provenza, Costa Azzurra e Corsica.

Il vento aveva soffiato forte anche in porto, nella notte tra venerdì e sabato, e la risacca era notevole.

Sabato mattina ne approfitto per fare qualche lavoretto, ma poi nel pomeriggio, come da bollettino meteo, il vento comincia a diminuire di intensità, cosicché alle 16 decido di salpare per andare a passare la notte al riparo dietro al Cap d’Antibes.

Il vento infatti proviene da est-nordest e dunque nella Baie des Milliardaires sarei stato ben ridossato.

So anche che il vento da est in quella zona solleva un’onda alta e ripida, quindi prima di lasciare il porto mi faccio un giretto in spiaggia per dare un’occhiata alle condizioni.

Sì, il mare è bello mosso, ma comunque niente di spaventoso. Ogni tanto un’onda più grossa frange sugli scogli all’esterno della diga foranea e qualche spruzzo la scavalca, entrando nel bacino portuale.

Ma ho proprio voglia di provare la barca con un mare un po’ incazzoso, per vedere come si  comporta, quindi decido di uscire ugualmente. Temo piuttosto che il vento cessi del tutto. Allora sì che sarebbero problemi, senza vento e con quel mare! Il vento a riva infatti è già sceso a 12-15 nodi e prego che tenga così, per avere la potenza necessaria a cavalcare le onde.

Bene, esco e come al solito, dirigendo verso l’imboccatura del porto, comincio ad aprire il lazy bag, ritiro i parabordi, ecc. ecc.

Appena fuori dal porto le onde sono belle ripide, e prese di prua a motore, fanno sbattere non poco la barca e rendono poco confortevole l’issata della randa.

Allora decido di poggiare e provare a navigare con il solo genoa. Lo srotolo tutto a la barca comincia ad andare. Spengo il motore e procediamo a circa 6 nodi.

Dopo 4-5 minuti il vento rinforza un po’. Ora abbiamo 25 nodi fissi di apparente a 60 gradi dalla prua. Ogni tanto arriva a 30, ma non oltre.

Poco dopo anche il mare si ingrossa ulteriormente. Dovevo aspettarmelo: non abbiamo più la protezione del Cap Ferrat che, benché distante una decina di miglia a est, ci proteggeva non poco. Solo ora mi rendo conto che non ci avevo pensato.

L’altezza media delle onde ora è di circa 3 metri. Io sono in piedi nel pozzetto, al timone, e quando entro nel cavo dell’onda, per guardare la cresta devo alzare lo sguardo almeno ad un metro sopra la mia testa. Ecco come ho fatto la stima dell’altezza.

Ma non è tanto l’altezza che mi preoccupa, quanto la ripidità. Sono onde corte, molte sono sul punto di frangere, ma fortunatamente è sempre solo la parte più alta che “frana” e si riversa sulla tuga. La maggior parte del pozzetto è ben protetto dallo sprayhood.

Ogni tanto qualche onda raggiunge altezze maggiori e a guardarla fa anche un certo effetto, però Aonami le affronta bene: sale e scende con grazia e senza sbattere. Orzo leggermente quando la barca sale e poggio durante la discesa. Il vento fornisce una potenza adeguata a superare le onde senza problemi. Il mare è al mascone e questa è dunque la situazione migliore. Viaggiamo sempre tra i 7 e gli 8 nodi, il genoa piuttosto lasco in modo che durante l’orzata tenda a fileggiare un poco, per poi riprendere la piena portanza subito dopo aver poggiato.

E così viaggiamo in direzione del Cap d’Antibes, puntando circa un miglio più al largo, per evitare di trovare mare ancora più grosso e magari incrociato proprio in prossimità del capo.

Ad un certo punto vedo un’onda che mi sembra gigante. Compare dal nulla. Strano, perché ero attento con lo sguardo, cercando di scrutare nella direzione da cui provenivano le onde per anticiparle. Ma questa si è formata proprio all’improvviso, a pochi metri dalla nostra prua, forse 20-30 metri davanti a noi.

Credo si trattasse di un’onda formata dalla somma di due treni di onde a frequenza diversa. D’altra parte sono cose che in teoria si sanno, no? Il bollettino di Meteo France ci mette sempre in guardia, con la frase:

“ATTENTION: en situation normale, les rafales peuvent être supérieures de 40% au vent moyen et les vagues maximales atteindre 2 fois la hauteur significative”

che tradotto suona:

Attenzione: in situazione normale le raffiche possono superare del 40% il vento medio e le onde più grandi possono superare di 2 volte l’altezza significativa.

Ecco, quella era una di quelle onde Wink

Morale: appena l’ho vista devo essere sbiancato in volto (così mi hanno riferito più tardi): ho fatto un’espressione di terrore e mi sono subito seduto sulla panca in pozzetto aggrappandomi alla ruota del timone, pronto a beccarmi la scoppola. Sì, perché si vedeva chiaramente che l’onda stava per rompersi, là su in alto!

Improvvisamente il frangente si abbatte con tutta la sua potenza ed un rumore assordante sulla barca, riversando quintali di acqua fin sopra al boma!

Aonami si piega su un fianco, ma sinceramente ho avuto poco tempo per accorgermene, perché mi sono trovato seduto sul fondo del pozzetto. Per fortuna la cintura di sicurezza era ben assicurata ad un golfare sopravvento e quindi mi ha trattenuto.

Ero fradicio, in quanto mi ero dimenticato di indossare la cerata. Ma com’è possibile? Come si fa non indossare la cerata PRIMA di uscire dal porto?

Quando ormai sei fuori, con il mare così grosso, diventa difficile anche solo andare al winch a regolare una scotta. Figuriamoci scendere sottocoperta a prendere le cerate…

Poco dopo supero il Cap d’Antibes e posso poggiare di una trentina di gradi. Improvvisamente lo scenario cambia e diventa tutto molto più tranquillo. Il vento apparente è minore e le onde ci colpiscono con minore violenza.

Pochi minuti ancora e siamo al riparo del capo. Entriamo nella Baie Des Milliardaires, dove il mare è piatto e il vento non raggiunge i 20 nodi.

Giusto in tempo per ancorare, asciugarsi, stappare una bottiglia di rosè e tagliare due fette di salame. Lo spettacolo del tramonto è la giusta ricompensa e tutto, ora, sembra più bello, più buono, più colorato. Smile

 

Cosa ho imparato:

Prima di tutto devo dire che sono felice di essermi messo un po’ alla prova. La situazione è sempre stata molto gestibile, ma comunque una di quelle che, lo dico con molta umiltà, potendola prevedere me la sarei senza dubbio evitata.

Ho sottostimato un po’ di fattori. Primo fra tutti il fatto che il mare sulla costa era molto attenuato dal Cap Ferrat e che avendo soffiato a regime di burrasca per almeno 24 ore con tutto quel fetch, a pensarci bene mi sarei dovuto aspettare un mare peggiore di quello che ho visto dalla spiaggia.

Non ho preparato tutto prima di uscire dal porto. Le cinture erano a portata di mano, ma sono state indossate solo successivamente (e di questo mi vergogno particolarmente). Non avevo la cerata. Inoltre, benché avessi già aperto la cerniera del lazy bag, non avevo agganciato la drizza alla penna. Questo mi avrebbe reso più difficoltosa e più lunga l’issata della randa, che avrebbe potuto rendersi necessaria in caso di problemi con il rollafiocco, o rotture del genoa o altri problemi simili.

Ma quest’esperienza mi è anche servita a capire che Aonami non solo è una bella barca, ma naviga anche molto bene anche in condizioni di mare grosso. E questa è una bella cosa, perché fidarsi è importante.

Un’ultima cosa, che voglio dire in tono scherzoso: mi sono perfino dimenticato di attaccare la mia nuova videocamera GoPRO HD al pulpito di poppa!!! Porcaccia la miseria, sai che bel video che sarebbe venuto? Laughing


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Comments

Hai una barca seria, nessun problema comandante!

dino   maggio 3. 2011 19:53

Onda anomala... mi ricorda qualcosa !!
Come a ottobre in navigazione verso Favignana.. solo che immagino sarà stata molto più grande.
Da allora ho capito che la GoPro la lascerò sempre accesa !!!
HAHAHAH

Max

Max   maggio 3. 2011 21:46

@Dino, hai proprio ragione! Wink

@Max, sicuramente ho anche una barca più piccola della tua, però a spanne quest'onda è stata ben più grande di quella di Favignana...

Roberto Minoia   maggio 3. 2011 23:14

Cario Roberto,
Grande barca davvero Aonami, ed hai ragione: trovandosi in una situazione simile e osservando l'ottima risposta della propria barca, si acquisisce un crescente senso di sicurezza....un grande bravo anche per aver provato a uscire con il mare poco maneggevole per metterti alla prova.

Bobo   maggio 4. 2011 17:19

Ciao, ho letto il racconto ben fatto col fiato sospeso e sono felice che in fondo barca e comandante se la sono cavata, devo aggiungere che a metà rocconto mi sono detto ma non c'è il filmato?! E' vero quando tutto finisce per il meglio è difficile descrivere cosa si provato a stare in mare con onde di oltre 3 metri e vedersi un frangente rompersi proprio sulla barca. Hai imparato (abbiamo) a non dimenticarci la cerata anche se in porto si sta bene e a montare prima la telecamera!

Ci vediamo a Giugno!
ciao

Gabriele   maggio 4. 2011 21:43

Bella esperienza!

Dunque il Dehler va bane.
Per il resto come ti trovi con questa barca tedesca? E' veramente robusta e marina come dicono e al tempo stesso relativamente veloce?
Hai il fiocco autovirante? Se si, come giudichi questa manovra?

Io mi sono sempre interessato ai dehler, perchè mi attiravano la marinità congiunta alla performance. Tuttavia l'estetica ed un pozzetto apparentemente poco comodo mi hanno sempre frenato un po'.

L'impiantistica com'è? Hai tutta l'impiantistica originale. Come la giudichi: ergonomia, praticità, qualità, facilità di manutenzione.
Gli spazi interni come sono?

Un salutone,
questo fine settimana installo i led che gentilmente mi hai fornito,
mikhail.

Mikhail   maggio 5. 2011 08:40

Guarda, io sono contentissimo.
Beh poi è chiaro che ognuno è sempre contento della propria barca, no? Wink
La cosa più entusiasmante sono le prestazioni con poco vento. Pensa che con 6 nodi di reale, randa e genoa 140%, faccio anche 5.5 di velocità, a 60 gradi circa dall'apparente. E con il gennaker si fa più del vento reale.
Ovviamente quando il vento aumenta la velocità non aumenta in proporzione, e a quel punto è la lunghezza al galleggiamento il limite.
Ho anche l'autovirante, che è molto comodo e anche molto performante ma solo di bolina e con vento dai 10 nodi in su, altrimenti diventa penalizzante.
Gli impianti sono buoni, ma non eccelsi.
Ora dico una cosa che scandalizzerà molti, ma è vera: sul mio precedente Bavaria 32 l'impianto elettrico era fatto nettamente meglio Smile
Comunque non voglio dire che sul Dehler l'impiantistica sia scarsa, solo che da una barca così avrei preteso qualche sforzo in più.
Per il resto la costruzione è molto buona e robusta. Puoi anche leggere il mio post dove presentavo la barca: http://blog.veleggiando.it/post/dehler-41CR.aspx
In particolare gli interni sono rifiniti molto bene e con cura e questo nelle barche recenti è sempre più raro, a meno di non acquistare barche costosissime.
Ciao

Roberto Minoia   maggio 5. 2011 10:49

...penso che qui ci siano da ringraziare sentitamente le 9 tonnellate di dislocamento e le 3 tonnellate del bulbo.... Wink

Giacomo MArco Toigo   maggio 5. 2011 17:45

E che dire di imbarcazioni recentissime che con 30 nodi affondano... mah!
A tal proposito sai qualcosa di questo evento (sotto i due link)

www.puntasangiuliano.com/index.php

www.velablog.com/.../

Giacomo MArco Toigo   maggio 5. 2011 17:49

Sì, se n'è parlato a lungo e molto di quell'affondamento... Frown
Sembra che non fosse stata resinata per errore una paratia a prua (incredibile!)

Roberto Minoia   maggio 5. 2011 18:59

Ho letto con emozione e d'un fiato le tue parole scritte,complimenti sai rendere relistico quello che hai vissuto,mi ha ricordato con un pò di nostalgia una traversata in coppia da Gran Canaria a Capo verde ,ci son voluti tre fiocchi che si strappavano e ricucivo con perizia da calzolaio,erano le mie prime onde Atlantiche che non mi hanno fatto dormire per una settimana ,tanto ci è voluto per i tragitto.Mi sa che abbiamo entrambi imparato qualcosa che non abbiamo voluto dire:" i nostri limiti".Buon vento a te ....un omaggio da un marinaio ad un marinaio.

Roberto Carboni   maggio 26. 2012 11:48

Grazie, Roberto. La tua esperienza è stata senza dubbio più emozionante della mia.
Spero un giorno di riuscire anche io a solcare le onde oceaniche... Wink
Buon vento!

Roberto Minoia   maggio 26. 2012 12:08

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