La corrosione galvanica in barca

12 gennaio 2010 - autore

Pila con un limone Il giorno di Natale, dopo pranzo, sono stato da mio cognato Roberto, detto Caligola Wink

Sulla tavola ancora apparecchiata c’era un limone tagliato a metà, ed allora ho mostrato alla mia nipotina che con un limone e due pezzi di metallo si poteva costruire una pila elettrica.

Ve lo ricordate l’esperimento che si faceva alle scuole medie, vero? Si prende un limone, ci si infilano dentro due barrette di metalli diversi e si nota (misurando con un tester) che ai capi di questi due elettrodi di metallo si viene a creare una tensione elettrica, proprio come in una batteria.

Non è questo il luogo dove spiegare il motivo per cui questo avviene, basti sapere che come effetto collaterale di questa produzione di corrente, uno dei due pezzi di metallo inseriti nel limone (detti elettrodi) a poco a poco si consuma. Praticamente si scioglie dentro l’elettrolita, trasformandosi in un sale. L’altro elettrodo invece non subisce evidenti trasformazioni e rimane intatto. More...


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Calcolare altezza delle onde in funzione del vento e del fetch

22 dicembre 2009 - autore

Clicca per andare al sito Girando per la rete mi sono imbattuto in questo simpatico gadget che serve per calcolare l’altezza ed il periodo delle onde sapendo la velocità del vento e la distanza dalla costa più vicina sopravvento (questa distanza viene chiamata fetch)

Lo potete utilizzare cliccando qui, ma attenzione: la velocità del vento deve essere inserita in metri/secondo e non in nodi. Per una semplice conversione da nodi a metri/secondo, è sufficiente dividere per due la velocità in nodi (esempio: 20 nodi sono circa 10 m/sec)

Il fetch deve essere espresso in chilometri.

Buon divertimento


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Caricare le batterie con l’alternatore del motore

8 novembre 2009 - autore

Regolatore di tensione esterno Negli articoli precedentemente pubblicati sull’argomento della ricarica delle batterie di bordo, ho puntato l’attenzione sui metodi per così dire ecologici, che sfruttano le energie rinnovabili (principalmente il sole).

Ora vorrei soffermarmi invece sul metodo in un certo senso più tradizionale, basato sul classico alternatore collegato al motore.

In effetti questa potrebbe essere una valida alternativa all’installazione di un generatore di corrente, che se da un lato avrebbe l’enorme vantaggio di risparmiare il motore principale, non è una scelta sempre praticabile per motivi di costi e di spazio. More...


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Ma che bella vela il gennaker – Prova in mare

3 settembre 2009 - autore

Lady Blues col gennaker e pannello solare

La vera sorpresa positiva di queste ultime vacanze è stato il nuovo gennaker che ho regalato a Lady Blues la scorsa primavera.

Ho già scritto una serie di articoli sull’argomento gennaker, ma ora che ho provato bene questa vela per un mese intero vorrei fare un resoconto, sperando che sia utile a qualcuno.

Premetto che la vela non è proprio un gennaker “puro”, ma piuttosto una via di mezzo tra un gennaker ed un code zero, come potete forse vedere nella foto qui sopra

Potrei definirlo un gennaker magro, oppure un code zero un po’ più grasso, ecco.

Comunque in definitiva una vela molto versatile e divertente, che si usa tranquillamente dalla bolina fino al lasco. More...


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Pannelli fotovoltaici flessibili ad alto rendimento

1 luglio 2009 - autore

Nota: puoi leggere altri articoli e recensioni sui pannelli fotovoltaici flessibili per nautica e camper cliccando quiPannello solare flessiile e calpestabile

Non appena ho potuto mettere le mani su questa vera novità in fatto di fotovoltaico, ho subito pensato a voi.

Ed ecco qui in anteprima il nuovo pannello solare prodotto dalla Enecom Italia, un’azienda di Torino, con sede anche a Verona. (cliccate sulle foto per ingrandirle)

Di pannelli fotovoltaici flessibili e calpestabili ce n’erano già molti in commercio, ma la novità di questo consiste nel fatto che è realizzato in silicio cristallino, e pertanto ha un rendimento quasi doppio rispetto ai “soliti” pannelli flessibili, che sono realizzati in silicio amorfo (vedi l’altro articolo del blog). Questo pannello in effetti vanta un’efficienza del 16%, che è fra le più alte oggi disponibili.More...


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Come funziona un timone a vento

20 maggio 2009 - autore

Come tutti sappiamo, un pilota automatico è molto utile in barca.

Quasi tutti i piloti automatici elettrici fabbricati di recente possono essere impostati per mantenere costante la rotta (gradi bussola) oppure l’angolo rispetto al vento.

Quest’ultima opzione naturalmente è molto utile quando si naviga a vela, perché non costringe ad effettuare una continua regolazione delle vele.

Ma nelle lunghe navigazioni a vela, spesso il pilota automatico elettrico è una fonte di consumo energetico importante. Ed ecco quindi che diventa interessante, per risparmiare le batterie, utilizzare un timone a vento di tipo meccanico.

Il timone a vento è un congegno veramente geniale, che viene applicato al timone principale della barca e, una volta ben regolato, è in grado di applicare a questo una correzione al variare della direzione del vento, in modo da mantenere la rotta della nostra barca costante rispetto alla direzione del vento. More...


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Come installare un pannello solare in barca

13 maggio 2009 - autore

diagramma fotovoltaico

(Aggiornamento di genaio 2014: ora esistono pannelli solari flessibili efficientissimi che possono essere installati molto semplicemente - anche volanti - in quanto pesano pochissimo. Puoi leggere un test cliccando qui. Questi pannelli solari sono venduti anche in kit sul sito www.negozioequo.com con uno sconto esclusivo per i lettori del Blog Della Vela).

Dopo aver scelto accuratamente il tipo di pannello fotovoltaico che fa al caso nostro, dobbiamo finalmente procedere con la sua installazione a bordo.

Ma come fare? E soprattutto, dove installarlo? Quando, un paio d’anni fa, mi sono trovato nella condizione di dover decidere, non vi nego di essermi un po’ arenato e di avere pensato per qualche tempo alla sistemazione ideale, prima di prendere una decisione.

Sono partito con l’idea di far costruire ed installare il classico rollbar in tubo di acciaio inox a poppa. Ma non ero molto convinto: a parte la spesa (se te lo fai fare ed installare ti costa una piccola fortuna, e comunque ben di più del costo del pannello), quello che mi lasciava perplesso era l’effetto estetico finale.   More...


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Pannelli fotovoltaici: ricaricare le batterie di bordo col sole

10 maggio 2009 - autore

pannello fotovoltaico La barca a vela è il mezzo di trasporto ecologico per definizione.

Andare a vela, secondo me, non è solo un hobby o uno sport, ma è anche e soprattutto uno stile di vita, una filosofia. Io personalmente sono da sempre affascinato dall’idea del raggiungimento dell’autonomia energetica in barca.

Ho sempre mal sopportato, durante le soste per qualche giorno in rada, di dover accendere quotidianamente per un’ora o due il motore al solo scopo di ricaricare le batterie di bordo. E non è solo per un problema di usura del motore, vi assicuro!

Un paio d’anni fa ho quindi deciso di dotarmi di un pannello fotovoltaico da 85 watt per vedere se riuscivo a diradare le ricariche con l’alternatore del motore.

Ebbene, devo dire con molta soddisfazione che l’installazione di quel singolo pannello solare mi garantisce in media quei 35-40 Ah al giorno che sono sufficienti nel mio caso a far fronte ai consumi.

In definitiva, con tempo soleggiato sono rimasto fino ad una settimana in rada senza accendere il motore.

Ma andiamo per gradi.    More...


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Ricaricare le batterie: una panoramica

7 maggio 2009 - autore

Ricarica delle batterie

Attenzione: per leggere una versione più aggiornata di questo articolo, che spiega come migliorare la carica delle batterie utilizzando l'alternatore del motore, clicca qui. Il resto dell'articolo rimane attuale.


Nell’articolo precedente abbiamo visto come calcolare il fabbisogno giornaliero di energia elettrica.

La stessa quantità di corrente che viene consumata dagli apparecchi elettrici in funzione a bordo dovrà in qualche modo essere fornita alle batterie per evitare che queste si scarichino completamente.

Per ricaricare una batteria al piombo ed elettrolita da 12 Volt, dobbiamo applicare ai suoi poli una tensione compresa circa tra 14.4V e 14.7V. Questo assicura una ricarica completa (cioè vicina al 100% della capacità nominale della batteria) in tempi abbastanza rapidi.

Quando la batteria è completamente carica, bisognerà portare la tensione applicata a 13.8 Volt, per evitare danni da surriscaldamento alla batteria stessa. La tensione di 13.8 Volt non aumenta ulteriormente la carica della batteria, ma si limita semplicemente ad evitare che questa possa perdere parte dell’energia accumulata anche se non sottoposta a nessun carico. Le batterie al piombo sono infatti soggette ad un fenomeno detto autoscarica, che ne causa un lento, ma progressivo scaricamento. More...


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Calcolare consumi elettrici e autonomia delle batterie

6 maggio 2009 - autore

Elettricità a bordoGrazie alle email che qualcuno di voi ogni tanto mi invia, dandomi suggerimenti sugli argomenti da trattare, ho deciso di iniziare a scrivere una serie di articoli dedicati al tema dell’elettricità a bordo. In questo primo articolo vedremo alcuni concetti di base, che serviranno per calcolare il consumo quotidiano di elettricità, in modo tale da determinare l’autonomia del parco batterie installato a bordo.

Di una qualsiasi corrente elettrica si possono misurare tensione e intensità.

La tensione si misura in Volts (abbreviata in V) e per questo motivo a volte viene detta voltaggio (personalmente lo trovo un termine bruttissimo).

L’intensità di corrente, invece, si misura in Ampere ( A ) ed anche questa in maniera impropria viene talvolta denominata amperaggio. More...


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Navigare al lasco con vento forte

26 aprile 2009 - autore

Navigazione al lasco Il weekend scorso ero a Port Grimaud con degli amici conosciuti su  Facebook e stavamo cazzeggiando dopo pranzo davanti ai bicchieri ancora pieni di un vinello rosé  bello fresco.

Si parlava della regolazione delle vele nelle andature al lasco o poppa quando il vento soffia forte ed il mare è bello formato.

Io asserivo che in quelle condizioni sono solito utilizzare solo il fiocco, o genoa più o meno rollato. Insomma, preferisco issare soltanto la vela di prua, lasciando la randa ammainata perché in questo modo mi sento più sicuro.

Raccontavo della mia esperienza di navigazione con forte mistral da Porquerolles a Nizza: 40 nodi al lasco, con onde di 2,5-3 metri provenienti dalla stessa direzione del vento. In quella circostanza ad un certo punto, pur avendo solo un pezzettino di genoa (credo non più di 10 mq di tela), non mi sono accorto di un’onda particolarmente alta che sopraggiungeva e, non riuscendo a poggiare con sufficiente anticipo, ho straorzato girando la prua di quasi 180 gradi.

Un amico diceva che ciò non sarebbe successo se avessi avuto a riva anche la randa che, anche con due o tre mani di terzaroli, avrebbe equilibrato meglio la barca.

Io non sono d’accordo con questa affermazione, per una serie di motivi:

  1. La randa è una vela orziera. Questo è vero nelle andature strette, poiché sposta il centro velico a poppavia del centro di deriva, ma è ancor più vero nelle andature dal lasco alla poppa, in cui deve essere tenuta molto aperta e questo fa sì che il centro velico si sposti molto lateralmente rispetto all’asse della barca, generando una risultante di forze che tendono a farla ruotare verso il vento e di conseguenza a causare una straorzata con maggiore facilità
  2. Con vento dietro e mare formato il rollio della barca è molto forte. In questa situazione è facile che un’oscillazione laterale particolarmente accentuata possa mettere in acqua l’estremità del boma (varea), con delle possibili conseguenze negative (rottura del boma o della randa)
  3. Sempre a causa del forte rollio e della poca stabilità di rotta delle barche moderne a carena piatta a queste andature (diverso il caso per le vecchie signore a chiglia lunga), è piuttosto facile che si possa verificare una strambata involontaria, con conseguente passaggio a tutta velocità del boma e possibili danni a persone e strutture
  4. L’utilizzo della randa al lasco e con vento forte è comunque impegnativo e può essere addirittura pericoloso se l’equipaggio è inesperto. Avete provato a ridurre la randa al lasco con un ventaccio? Di bolina è quasi sempre possibile farlo in relativa sicurezza, ma col vento dietro non è facile come sembra! Provate ad orzare per cercare di sventare un po’ la randa e poi mi direte. E nemmeno fare una strambata è un giochetto da ragazzi quando il vento soffia a 40 nodi e oltre: se timoniere e randista non sono perfettamente coordinati si rischia di fare dei grossi danni.

Morale della favola: per quanto mi riguarda io continuerò a fare come ho sempre fatto, ammainando la randa e lasciando a riva soltanto il mio bel fiocco avvolgibile, che posso sempre ridurre in pochi secondi dal pozzetto ed in piena sicurezza.

Voi che ne pensate?


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Code zero: il piacere di andare a vela

25 aprile 2009 - autore

Click per l'immagine in alta risoluzione E’ giunto il momento di raccontarvi le mie impressioni dopo avere utilizzato per qualche uscita la mia nuova vela.

Come alcuni di voi già sapranno, si tratta di un code 0. O forse un drifter, non so esattamente la differenza tra queste due vele. Da quanto ho capito sono molto simili.

Si tratta comunque di una vela in nylon da 65 grammi/mq, con taglio triradiale e più magra  rispetto ad un gennaker.

Si avvolge su un immagazzinatore (detto anche  frullino – nell’immagine qui sotto potete vederne un particolare) che rende l’inferitura autoportante ed è molto comodo da utilizzare, in quanto rende l’utilizzo della vela molto semplice anche con equipaggio ridotto ed inesperto. L'immagazzinatore è murato su un piccolo bompresso. More...


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Come realizzare un bompresso per il gennaker

10 aprile 2009 - autore

Bompresso: Clicca per la foto ad alta risoluzione Le vele di prua tipo gennaker o code zero richiedono un punto di mura avanzato verso prua, al fine di aumentare la superficie velica e far lavorare meglio la stessa vela.

Un piccolo bompresso in questi casi è la soluzione ideale.

Sulla mia barca di 10 metri il velaio ne ha realizzato uno di 120 cm utilizzando un tubo in acciaio inox da 40 mm di diametro e poco altro.

Il prodotto finale è più che soddisfacente: può essere montato e smontato in un minuto utilizzando solo una pinza per allentare il grillo e costa molto meno di uno di quelli prodotti dalle grandi aziende di attrezzature della nautica.   More...


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Elica a pale fisse in navigazione a vela

20 marzo 2009 - autore

elica Nel tentativo di minimizzare l’attrito con l’acqua durante le navigazioni a vela, la moderna tecnologia ci ha messo a disposizione eliche molto sofisticate a pale abbattibili, orientabili, passo variabile, e chi più ne ha più ne metta.

Se la vostra imbarcazione monta una max-prop, una j-prop o altre eliche simili, allora potete evitare di leggere questo articolo.

Ma se anche voi, come me, montate la classica bipala o tripala fissa, allora vi sarete certamente chiesti se navigando a vela sia meglio tenere la marcia inserita (e quindi l’elica ferma), oppure in folle, consentendo in quest’ultimo caso all’elica di ruotare liberamente sull’asse.

Quale di queste due situazioni generano un minor attrito sull’acqua? Elica ferma oppure elica in rotazione?

E’ convinzione comune che sia meglio mantenere l’elica in rotazione, poiché il movimento di “avvitamento” di questa nell’acqua servirebbe proprio a ridurre la resistenza all’avanzamento.

In effetti è vero l’esatto contrario.

Lo sapete che un elicottero può tranquillamente atterrare senza danni anche a motore spento? Vi garantisco che è proprio vero. A patto, però, che il rotore possa continuare a girare sotto l’effetto della corrente d’aria sviluppata per effetto della discesa verticale. Se il rotore (=elica) fosse bloccato, l’elicottero cadrebbe come un sasso.

E’ proprio l’effetto di autorotazione dell’elica che rallenta la discesa, sviluppando una forza che si oppone a quella di gravità.

Ciò che vale per l’elicottero vale naturalmente anche per la nostra barca a vela: sempre di eliche e di fluidi si tratta, e le leggi fisiche cui obbediscono sono le stesse!

Quindi ricordatevi: sempre meglio bloccare l’elica inserendo la marcia. Oltretutto si risparmiano gli ingranaggi della trasmissione Wink

Clicca questo collegamento per leggere altri articoli taggati “fisica della vela


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Code Zero

23 febbraio 2009 - autore

Il velaio mi ha convinto a fare un Code Zero invece del gennaker.
Mi ha detto che è più versatile: essendo più magro ha un range di utilizzo che va dai 55 ai 120 gradi al vento.
Inoltre - dice lui - può anche essere usato tangonato con vento in poppa, ed anche a farfalla con randa o genoa.
Insomma, per farla breve ci ho pensato un po' ed alla fine mi sono fatto convincere: oggi ho fatto l'ordine.
La vela sarà in nylon da 65 grammi/mq con taglio triradiale e verrà inferita su un immagazzinatore Facnor FX 1500 e dotata di una banda anti-UV su base e balumina, in modo da poterla lasciare arrotolata nel mesi di vacanza.
A dir la verità non ero convinto di mettere la banda UV, perchè avevo paura che appesantisse la vela, ma anche in questo caso mi sono lasciato convincere da Antoine, che mi ha assicurato che non sarà così, visto che la banda pesa solo 85 grammi/mq e ne va utilizzata molto poca.
La vela sarà murata su un piccolo bompresso di 120 cm che mi farà realizzare lui stesso.

Aggiornamento:

Leggi qui la prova in mare del code 0


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Un gennaker per Lady Blues

13 febbraio 2009 - autore

Basta, ho deciso: è giunto il momento di regalare alla mia Lady Blues un bel gennaker.

Ho deciso per la versione con avvolgitore, o immagazzinatore se preferite, così da renderlo ancora più facile ed utilizzabile da solo, con equipaggio spaparanzato al sole, quindi in pieno spirito crocierista.

Ho chiesto un preventivo a Williamson Voiles, un velaio molto bravo di Saint Laurent Du Var, vicino al mio porto.

Il titolare è Antoine, una persona affabile e simpatica che inoltre parla molto bene l'italiano. Diciamo che è il mio velaio di fiducia fin da quando avevo l'Alpa 9.50

Di lui ho sempre apprezzato soprattutto la precisione nell'esecuzione dei lavori. Anche quando mi ha installato lo sprayhood (capottina) ha fatto davvero un ottimo lavoro (ne ho viste moltissime montate male, credetemi)

Ora mi sta facendo il preventivo. Dovrò anche fargli installare un piccolo bompresso in inox per murare la vela.

Vi terrò informati e soprattutto vi racconterò le mie prime impressioni quando lo proverò.

A proposito: quali colori scegliereste voi?


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Tempesta dell'anno sul Golfo Del Leone

24 gennaio 2009 - autore

Leggo in questo momento sul sito di MeteoFrance che nell'estremità Sud-Ovest del Glofo Del Leone, in prossimità di Perpignan, si sono registrate raffiche di mistral a 192 Km/h, cioè oltre 100 nodi!

Ragazzi, un bel venticello, non c'è che dire!

Leggi gli articoli precedenti:



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Tempesta Sardegna: Analisi Meteo

24 gennaio 2009 - autore

Nella carta sinottica qui sopra visualizzata (ed ancor meglio in quella in fondo all'articolo) sono chiaramente visibili le cause dei forti venti attesi a partire da questa sera sul Golfo del Leone e che si estenderanno nelle ore successive a Sardegna occidentale , Sicilia e sud Tirreno.

Come potete ben vedere, una profonda depressione si trova in queste ore sulla Francia occidentale e si muove rapidamente verso est.

Notate le isobare come sono ravvicinate: questo vuol dire che il gradiente barico è molto elevato nelle zone circostanti il centro della depressione.

Gradiente barico alto significa che zone relativamente vicine tra di loro hanno differenze di pressione elevate e queste differenze di pressione originano i forti venti.

Nel nostro emisfero, la circolazione dell'aria assume una rotazione antioraria intorno al centro della depressione (vi ricordate l'accelerazione di Corioli?) ed ecco spiegata quindi la direzione del vento che, nel Golfo del Leone sarà quindi da Maestrale (nord-ovest), mentre sulle coste occidentali della Sardegna soffierà inizialmente da libeccio (sud-ovest), mentre nelle ore successive, quando il centro della depressione si sarà trasferito ancora più a sud-est, girerà da maestrale, quindi da nord ovest, dando luogo ad un mare incrociato, particolarmente pericoloso per la navigazione.

Grazie al cielo sono qui seduto sul divano!!!

Leggete anche l'articolo precedente, con le carte di previsione dei venti

 


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Tempesta su coste Sardegna e Sud Tirreno

24 gennaio 2009 - autore

Un mistral di una violenza eccezionale si sta affacciando sul Golfo del Leone e questa sera arriverà prima sulla costa occidentale della Sardegna e quindi sulle coste del sud Tirreno.

Osservate la carta dei venti di windfinder qui sopra: io non ricordo mai di aver visto zone nere su questa carta.

Come potete notare, la scala sulla destra indica una colorazione violetta per venti di 50 nodi, mentre la previsione per questa sera alle ore 19.00 locali vede venti da nord-ovest di intensità pari o superiore ai 60 nodi.

Una vera tempesta violenta forza 11, quindi, che nel Golfo del Leone produrrà probabilmente delle onde di 10-12 metri e forse più.

Come succede quasi sempre, questa situazione meteorologica si trasferirà, anche se leggermente attenuata, dapprima sulle coste occidentali della Sardegna e della Corsica e quindi sulle coste del Tirreno meridionale.

Si prevede una mareggiata dall'intensità fuori dal comune, con onde medie di 10 metri di altezza e quindi probabili danni alle strutture costiere.Considerate che si stima che alcune onde isolate potranno raggiungere i 20 metri!

La carta qui sotto rappresenta la previsione dei venti sulla costa ovest della sardegna, canale di Sardegna e sicilia occidentale. Come potete notare i venti da ponente raggiungeranno anche qui i 45 nodi.

Considerate comunque che l'intensità è quella media. Le raffiche saranno certamente molto più potenti e raggiungeranno sicuramente i 60 nodi in questa zona e non oso immaginare nel Golfo del Leone (dove sono previsti 60 nodi medi) che cosa succedrerà.

Cercherò di tenervi aggiornati nelle prossime ore.

A presto

Aggiornamento: Analisi della carta sinottica


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Meteo sul cellulare: come risparmiare sui costi di connessione

17 gennaio 2009 - autore

Spesso quando siamo lontani da casa (tipicamente succede in vacanza) dobbiamo connetterci ad internet per controllare il bollettino meteo, oppure consultare una carta dei venti, o una sinottica.

E' vero che è sempre più facile avere con se il PC portatile ed una connessione WiFi, ma se ci siamo portati soltanto il cellulare o un computer palmare? Beh, direte voi, che problema c'è? Ormai connettersi ad internet col cellulare non è più un problema!

Certo, avete ragione. Ma nonostante gli operatori telefonici ci dicano che possiamo navigare a svariati megabit al secondo (Mbps) di velocità, ciò purtroppo non è quasi mai vero e spesso, anzi, le velocità di navigazione sono molto inferiori a questo valore massimo teorico.

Se a questo aggiungete anche che la maggior parte dei siti oggi esistenti sono stati progettati per essere visualizzati sui PC tradizionali, se vi va bene vi troverete a consultare i bollettini meteo su pagine piene di informazioni che non vi servono affatto e che vi obbligheranno a spostarvi coi tastini del cellulare alla ricerca dell'informazione desiderata.

E cosa dire poi dei costi? Sappiamo che oggi gli operatori di telefonia cellulare, a meno di non avere contratti a forfait, ci fanno pagare la connessione ad internet sulla base del traffico generato. In altre parole, più byte scarichiamo e più la fattura a fine mese risulterà salata.

I prezzi oggi in vigore vanno da circa 3 euro al megabyte in su. E per arrivare a 10 o 20 megabyte, credetemi, non ci vuole molto. A volte possono bastare soltanto due o tre pagine per fare un mega!

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Regolazione delle vele - Seconda parte

12 dicembre 2008 - autore

Nella prima parte di questo articolo abbiamo visto alcuni concetti generali sulla regolazione delle vele. Ora vediamo come ottimizzare le regolazioni a seconda dell'intensità del vento.

 

Regolare le vele con vento molto debole

Quando il vento è debole, sotto i 5-6 nodi, diventa davvero molto importante procedere ad una regolazione accurata delle vele, in quanto anche una variazione di qualche decimo di nodo di velocità può fare la differenza.

Procedendo ad andature dalla bolina al traverso, prima di tutto bisognerà prendere velocità, per "crearsi del vento apparente".

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Regolazione delle vele

5 dicembre 2008 - autore

Avere delle vele perfettamente a segno significa non solo massimizzare la velocità della barca o la sua VMG, ma anche avere un miglior comfort in navigazione ed una maggior sicurezza con vento sostenuto.

L'obiettivo di questo articolo non è quello di fare un trattato di dinamica dei fluidi, né ha l'ambizione di insegnare l'arte della regolazione delle vele a chi fa regate, ma vuole semplicemente fornire alcune regole di base sperando che possano risultare utili a qualche diportista che voglia ottenere sempre il miglior rendimento dalla propria barca a vela in crociera.

 

Alcuni concetti di base

Una vela è un profilo alare e come tale obbedisce a tutte le leggi fisiche cui sono soggette anche le ali di un aeroplano.

Il rendimento di una vela è maggiore quando i filetti di aria scorrono su entrambe le sue superfici senza staccarsi da esse e senza creare turbolenze. In questo caso si dice che lo scorrimento dei filetti d'aria è laminare.

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Effetto evolutivo dell'elica

6 novembre 2008 - autore
Effetto evolutivo
Tutti sanno che la funzione principale di un'elica è quella di trasformare il moto rotatorio dell'albero del motore in propulsione per l'imbarcazione.
Molte e complesse sono le forze che entrano in gioco in questo processo e la risultante di tutte queste forze è un vettore orientato "più o meno" in direzione parallela all'asse dell'elica, quindi ovviamente nel senso di avanzamento della barca stessa.
Ho detto "più o meno" in quanto una frazione della forza propulsiva generata dall'elica è invece orientata perpendicolarmente all'asse dell'imbarcazione. Questa forza è il risultato del cosiddetto effetto evolutivo dell'elica.
Per chiarezza, l'effetto evolutivo è sempre esercitato nella direzione di rotazione dell'elica: quando questa ruota verso destra produce una forza diretta a destra e viceversa quando ruota verso sinistra.
Il risultato è che la poppa viene spostata verso destra o sinistra e la barca gira di conseguenza.
Ed è proprio grazie a questo effetto evolutivo che le nostre manovre di ormeggio in porto risultano solitamente più difficili di quanto non ci si aspetterebbe.
L'effetto è presente sia quando l'imbarcazione avanza, sia quando retrocede, ma è proprio in quest'ultimo caso che diventa più avvertibile e fastidioso.
Ciò è dovuto principalmente a due fatti:
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Slancio di poppa e lunghezza al galleggiamento

26 ottobre 2008 - autore

Alpa 9.50

L'evoluzione delle forme di carena delle imbarcazioni a vela è stata influenzata nel corso del tempo dalla ricerca continua di maggiori volumi interni.

Lentamente, ma inesorabilmente, abbiamo assistito ad un arretramento del baglio massimo, all'allargamento della poppa ed alla riduzione progressiva degli slanci, fino alla loro scomparsa quasi totale.

Nei progetti degli anni '70 la differenza tra la lunghezza dello scafo e la lunghezza al galleggiamento era ancora importante, mentre invece oggi questi due valori sono molto simili tra loro.

Ma quali sono gli effetti di questi cambi progettuali  sul comportamento delle barche in navigazione?

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Come scegliere la barca della vita

18 settembre 2008 - autore

Oyster 46 - Questa potrebbe essere la barca dei miei sogni

Ieri sul blog di TOPKAPI ho letto un bellissimo articolo che parla un po' ironicamente (ma dicendo cose verissime) del mercato dell'usato nautico. Questo mi ha fornito lo spunto per alcune riflessioni che riguardano il difficile problema dell'acquisto della barca a vela. 

Spesso, infatti, mi salta in mente la malsana idea di cambiare la barca.

Allora comincio a comprare riviste di settore, scaricare brochure dai siti internet e a girovagare nei porti per vedere se ci sono occasioni e per farmi un'idea di quello che c'è in giro.

Dopo qualche settimana di caotico fermento e di facili entusiasmi, le idee invece di chiarirsi mi si confondono e alla fine decido di rimandare la decisione ad altro momento. More...


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